Il Giubileo del 1300, a differenza di quello imminente, fu un evento inatteso. Venne promulgato dal papa Bonifacio VIII il 22 febbraio del 1300 con la bolla pontificia Antiquorum habet fida relatio in occasione della ricorrenza della festività della Cattedra di San Pietro. La bolla ebbe valore retroattivo fissando l’inizio effettivo dell’anno giubilare al Natale precedente! Questa circostanza ci indica che la decisione di procedere all’indizione era ormai solo una lenta presa di coscienza della necessità dell’avvenimento. Come compreso dal Cardinale Stefaneschi, l’evento nacque come moto di religiosità spontanea con l’approssimarsi dell’inizio del nuovo secolo. In prossimità del primo giorno dell’anno si era sparsa la voce della possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria visitando la Basilica di San Pietro. Arrivato il capodanno non accadde nulla per tutto il giorno finchè verso sera e nella notte gruppi di romani sempre più numerosi cominciarono a recarsi nella Basilica di San Pietro fino a formare una vera e propria folla. Il Cardinale Stefaneschi seppe cogliere lo spontaneismo del movimento e lo spirito millenaristico dell’epoca e l’ufficializzazione ebbe l’aspetto di una sanatoria. A questo punto è evidente che nel 1300 non vi fu uno degli aspetti più evidenti del Giubileo moderno: la preparazione sia come realizzazione di opere pubbliche che come pulizia e restauro dei monumenti romani.