Dopo la fortunata battaglia di Azio del 31 a.C. contro Marco Antonio alleato con Cleopatra, Ottaviano torna a Roma avendo a disposizione infiniti mezzi finanziari per realizzare il suo piano urbanistico in Campo Marzio. Nell’anno del suo sesto consolato, all’età di 35 anni, Ottaviano Augusto fa realizzare il suo sepolcro “dinastico”, il più grande monumento funerario circolare romano giunto fino a noi (90 metri di diametro), vicino al Tevere, nella zona più a nord del Campo Marzio settentrionale, per essere visibile facilmente da tutta la città. Nel 23 a.C. muore a Baia a soli 19 anni Marcello, il nipote prediletto di Augusto, il figlio di sua sorella Ottavia, sposo di sua figlia Giulia e successore designato. Egli fu il primo ad essere sepolto nel Mausoleo, che evidentemente per quella data doveva essere per lo meno quasi completato. Il desiderio del princeps di autocelebrarsi alla stregua di un sovrano ellenistico si concretizza e perfeziona negli anni successivi con la costruzione di un intero complesso costituito dall’Horologium solare (realizzato nel 13 a.C. e di cui oggi ammiriamo l’ obelisco in Piazza di Montecitorio) e dall’Ara Pacis (un tempo lungo la via Lata/del Corso, oggi ricostruita sul Lungotevere in Augusta). Abilmente, come era suo talento, Augusto fonde la tradizione etrusco italica della tomba a tumulo col modello ellenistico del Mausoleo di Alicarnasso, che esplicitamente rimandava ad un concetto di sovrano-divino. L’elemento centrale dell’edificio, la camera funeraria, sosteneva la statua bronzea di Cesare Augusto, come ci ricorda Strabone (Geografia, V, 3, 2-13). Forse l’Augusto di Prima Porta ne sarebbe una copia marmorea. Unica via di accesso al sepolcro era un dromos alto 12 metri , voltato a botte e ancora oggi molto ben conservato. All’ingresso era, inciso in bronzo, il testo delle Res Gestae Divi Augusti, un dettagliato resoconto delle proprie imprese dettato dallo stesso Augusto, il cui originale romano è andato perduto (si conserva invece il testo bilingue sulle pareti dell’Augusteum di Ankara) ma di cui possediamo una magnifica copia moderna e iscritta in lettere di bronzo su una parete del recinto dell’Ara Pacis.
Federica Carpinelli
Bibliografia: N.Agnoli-E.Carnabuci-E.M.Loreti, Mausoleo di Augusto e piazza Augusto Imperatore. Indagini archeologiche (2007-2010) in BCom,CXV,2014,pp.289-296.