Appuntamento venerdi 18 settembre ore 18 alla fermata metro Cavour su Via Cavour. Suggestivo itinerario al tramonto nel cuore della città. Passeggeremo tra i vicoli della Suburra, il vasto e popoloso quartiere dell’antica Roma alle pendici del Quirinale e Viminale. Qui sopravvive ancora oggi il maggior numero di torri medievali della città: la torre dei Borgia, dei Capocci, de’Conti di Segni, degli Annibaldi, la torre del Marchese del Grillo. Scopriremo le storie del primo rione della città, il più esteso e ricco di storie che attraversano ogni tempo. Lungo il percorso avremo modo di ammirare inoltre alcuni gioielli artistici come il Mosè di Michelangelo. Prenotazione obbligatoria a info@arttur.it; oppure a 3356525919 (Federica) o 3397138467 (Lara). Costo della visita guidata euro 8 compreso l’apparecchio audioricevente; ragazzi fino a 14 anni euro 3; bambini fino a 6 anni euro 1.50. Non sono previsti ingressi a pagamento.

 

Una visita-evento serale per ripercorrere insieme le storie, le cronache, i personaggi, i misteri che hanno visto il centro storico di Roma protagonista nel tempo. Da Giulio Cesare ad Aldo Moro, dalla Roma secentesca di Caravaggio alle più recenti vicende di cronaca nera che hanno turbato la città, il tour ci darà l’occasione di scoprire anche il lato nascosto dei luoghi più celebri di Roma. Appuntamento alle ore 20.30 in Largo Argentina, presso la Torre medievale. Visita adatta a tutti. Durata della visita circa 2 ore. Il termine della visita sarà presso piazza Navona/Lungotevere Marzio. Costo della visita euro 8 compreso l’auricolare; euro 3 per ragazzi fino a 18 anni; euro 1,50 per bambini fino a 6 anni. Non sono previsti ingressi a pagamento. Info@arttur.it oppure con sms o what’s app a 3356525919 (Federica) o 3397138467 (Lara);

Dalla prossima settimana finalmente possiamo di nuovo visitare la Basilica di San Pietro. Una splendida occasione per tornare nella Chiesa simbolo della cristianità. La piazza del Bernini, l’obelisco egizio eretto dal papa Sisto V, le fontane alimentate dall’Aqua Paola, acquedotto dell’epoca traianea riportato in vita dal Papa Borghese Paolo V per condurre a Roma le acque del Lago di Bracciano. Il sontuoso atrio della Basilica, dove si apre la Porta Santa, si ammira la favolosa porta bronzea del Filarete e si legge l’iscrizione originaria con cui fu indetto il primo Giubileo della storia. All’interno della basilica troviamo la Pietà di Michelangelo, la statua bronzea di San Pietro, opera di Arnolfo di Cambio, il  Baldacchino e la Gloria del Bernini. Ripercorriamo la storia di uno dei luoghi più significativi del mondo, sorto lì dove l‘apostolo Pietro fu martirizzato e sepolto nel 64 d.C.

Appuntamento sabato 27 giugno in piazza San Pietro all’ombra dell’obelisco alle ore 10.00. Prenotazione obbligatoria tramite e-mail a info@arttur.it  oppure al 3356525919 (Federica) o 3397138467 (Lara). Costo della visita guidata euro 8 + euro 1,50 per la registrazione per la visita guidata in Basilica. Per i ragazzi euro 3 +1,50 e per i bambini euro 1,50 + 1,50.

 

Programma fino al 20 giugno 2020

Sabato 13 giugno 2020 ore 10.30

GLI OBELISCHI

Passeggiata nel cuore della città alla ricerca dei tanti obelischi romani, per conoscerne la storia e i significati. Da Piazza della Rotonda raggiungeremo la piazzetta della Minerva dove scopriremo la vera storia del famoso “elefantino”.  Affronteremo quindi la storia dell’obelisco di Montecitorio, nato come gnomone della meridiana dell’imperatore Augusto e arriveremo presso la scalinata della Trinità dei Monti sulla quale svetta l’obelisco Sallustiano. Al termine della passeggiata, sul Pincio, troveremo l’obelisco di Antinoo e potremo affacciarci dalla famosa terrazza per ammirare il monolite di Ramses II in piazza del Popolo. Origine , significato, simbologie, leggende e storia dei celebri monoliti dall’eta’ faraonica a quella imperiale e papale. Scopriremo anche che a Roma gli obelischi erano molti di più’ dei 13 oggi noti: ben 44.

Appuntamento in piazza della Rotonda davanti al Pantheon alle ore 10.30. Non sono previsti ingressi. Adatto anche ai bambini.

 

Domenica 14 giugno 2020 ore 17.30

Le STATUE PARLANTI.

Appuntamento a Piazza Venezia davanti alla Basilica di San Marco (Palazzo Venezia) alle ore 17.30  per conoscere insieme la storia delle famose “statue parlanti” di Roma. Madama Lucrezia, il Facchino, il Pasquino …Portavoci dello scontento dal popolo romano in un’epoca priva dei grandi mezzi di comunicazione e oppressa dal governo papale. Curiosità, aneddoti, leggende insolite e divertenti per trascorrere un gradevole pomeriggio nel centro di Roma.

 

 

Appuntamento ore 17.30 in Piazza Venezia davanti alla Basilica di San Marco. Non sono previsti ingressi. Adatto anche ai bambini.

 

Lunedi 15 giugno 2020 ore 17.30

I MUSEI VATICANI

Occasione da non perdere per visitare “veramente” e in tutta tranquillità i Musei Vaticani senza la folla usuale. Costituiremo piccoli gruppi di massimo 10 persone. Il percorso prevede la collezione d’arte antica (Laocoonte, Torso del Belvedere etc), le Gallerie, le Stanze di Raffaello (con la Stanza di Costantino appena restaurata)  e la Cappella Sistina. 

Il biglietto ha un costo di euro 17 (non si paga in via eccezionale la prenotazione di 4 euro) e va prenotato e acquistato direttamente da voi sul sito dei Musei Vaticani per il giorno 15 giugno ore 17.30. Il link è : https://tickets.museivaticani.va/home/calendar/visit/Biglietti-Musei  .

Appuntamento ore 17.15 all’ingresso dei Musei Vaticani. 

 

Isola Tiberina

Mercoledi 17 giugno ore 17.30

NOVITA’!!!LABORATORIO PER BAMBINI DI TUTTE LE ETA’.

Appuntamento in via Petroselli (davanti al Palazzo dell’Anagrafe) alle ore 17.30. Raggiungeremo, attraverso il ponte più antico di Roma, l’Isola Tiberina dove scopriremo la storia del serpente sacro del dio Esculapio. La visita proseguirà poi verso il Foro Boario, luogo delle più antiche leggende di Roma, fino alla Bocca della Verità dove sarà finalmente possibile infilare la mano senza lunghe file. La passeggiata terminerà nella valle del Circo Massimo.

Visita per bambine e bambini di ogni età. La visita ha un costo di euro 8 a bambino. Gratuità per un accompagnatore adulto per ogni bambini.

 

Sabato 20 giugno 2020 ore 11.15

I MUSEI VATICANI

Occasione da non perdere per visitare “veramente” e in tutta tranquillità i Musei Vaticani senza la folla usuale. Costituiremo piccoli gruppi di massimo 10 persone. Il percorso prevede la collezione d’arte antica (Laocoonte, Torso del Belvedere etc), le Gallerie, le Stanze di Raffaello (con la Stanza di Costantino appena restaurata)  e la Cappella Sistina. 

Il biglietto ha un costo di euro 17 (non si paga in via eccezionale la prenotazione di 4 euro) e va prenotato e acquistato direttamente da voi sul sito dei Musei Vaticani per il giorno 20 giugno ore 11.15. Il link è : https://tickets.museivaticani.va/home/calendar/visit/Biglietti-Musei  . Contattarci se avete bisogno di aiuto per l’acquisto.

Appuntamento ore 11.00 all’ingresso dei Musei Vaticani. 

Prenotazione obbligatoria a info@arttur.it o al 3356525919 (Federica) e 3397138467 (Lara). Costo (ad eccezione del laboratorio per bambini) di ciascuna visita euro 8 ; euro 3 per ragazzi fino a 14 anni; euro 1,50 per bambini fino a 6 anni. Radioline incluse quando consentite.

Visite guidate alla Mostra evento riservata alla figura di Raffaello Sanzio in programma alle Scuderie del Quirinale fino alla fine di Agosto. Siamo a disposizione per visite guidate tutti i giorni su prenotazione. Vi invitiamo a prenotare ed acquistare i vostri biglietti. Saremo liete di guidarvi alla scoperta dei capolavori del maestro Urbinate. Sono consentiti piccoli gruppi di 5 persone.  Se richiesto proponiamo il tour sharing per permettervi di condividere il costo della visita guidata. Per le informazioni vi preghiamo di scrivere a info@arttur.it o di telefonare al 3356525919 (Federica) o 3397138467 (Lara) anche what’s app.

A seguire troverete alcuni nostri contributi relativi alle opere esposte nella mostra.

Ritratto di Baldassarre Castiglione

Ritratto di Giovane con pomo 

In morte di Raffaello Sanzio

Il ritratto di Giulio II

Per riprendere la nostra attività insieme a tutti voi proponiamo una passeggiata nel cuore dell’antichità. L’appuntamento sarà alle ore 17.30 presso l’arco di Costantino. L’arco di Trionfo, realizzato nel 315 d.C. per volontà dell’Imperatore dopo la determinante vittoria contro Massenzio presso il Ponte Milvio del 28 ottobre del 312 d.C., perfettamente conservato servì da “manuale” dell’antico per tanti artisti del Rinascimento come per esempio il grande Raffaello. Nei pressi dell’arco troveremo i resti archeologici della Meta Sudans, fontana monumentale che segnava il confine tra quattro delle regiones augustee e che venne rasa al suolo in età fascista per far posto all’attuale piazza. Seguendo i resti del portico che correva intorno al lago dell’Imperatore Nerone raggiungiamo il basamento del Colosso, la famosa statua di bronzo dorato da cui l’Anfiteatro Flavio prese il nome nel medioevo. Raggiungiamo i resti del Ludus Magnus, la più grande caserma dei Gladiatori, collegata direttamente attraverso un sotterraneo con gli ambienti ipogei del Colosseo. Dalla Porta Libitinaria, porta dalla quale venivano fatti uscire i gladiatori e le belve che perdevano la vita durante i cruenti giochi, ammiriamo la grandezza del Colosseo. Oggi possiamo anche scorgere il livello originario del piazzale in travertino, da poco riportato alla luce e individuare i cippi ai quali veniva fissato il velarium, l’immensa tenda da sole che veniva aperta dai marinai di capo Miseno per proteggere gli spettatori dal sole.

Visita adatta a tutti!

Appuntamento Sabato 6 giugno,  ore 17. 30 presso l’arco di Costantino.

I gruppi saranno di solo 15 persone per rispettare il distanziamento. Vi raccomandiamo l’uso della mascherina.

Useremo apparecchi radio riceventi con auricolare monouso e avremo a disposizione il gel disinfettante.

E’ necessaria la prenotazione a: info@arttur.it oppure con sms a 3356525919 (Federica ) o a 3397138467 (Lara) anche su what’s app.

Costo della visita (incluso l’auricolare) euro 8 a persona; per ragazzi fino a 14 anni euro 3; per bambini fino a 10 anni euro 1,5.

Il parco di Villa Gregoriana si trova a poco più di mezz’ora da Roma, a Tivoli. In esso la storia, la Natura, l’archeologia e l’artificio si fondono in maniera assolutamente seducente. Nell’800 la Villa fu meta privilegiata del Grand Tour e soggetto favorito delle più celebri rappresentazioni pittoriche di Tivoli. In essa si materializza davanti ai nostri occhi il concetto di “sublime” tanto caro al Romanticismo.

Nel 1832 papa Gregorio XVI fece realizzare incredibile opera di ingegneria idraulica per mettere fine alle continue esondazioni dell’Aniene. Le acque del fiume furono incanalate in un doppio traforo scavato nel monte Catillo e diedero vita agli spettacolari 120 metri di salto della nuova Cascata Grande, seconda in Italia dopo le Marmore. Una volta compiuta l’opera, il Papa creò il Parco che porta il suo nome e che per oltre un secolo fu meta di artisti, letterati e uomini di cultura che ne raccontarono al mondo la bellezza.

Nel secondo dopoguerra, il sito divenne proprietà del Demanio  giungendo in uno stato di abbandono totale e di gravissimo dissesto idrogeologico. Nel 2002 viene affidato in concessione al FAI, grazie al cui impegno torna a rivivere. Dal 2005 Villa Gregoriana è stata riaperta al pubblico e oggi  si possono nuovamente percorrere gli antichi sentieri liberati dai rovi, apprezzare il profumo di essenze prima soffocate dall’incuria e dall’abbandono. All’interno del parco sono presenti, all’interno della lussureggiante natura, ben settantaquattro specie arboree e interessanti reperti di diversi generi ed epoche. Tra questi, i resti archeologici della Villa del console Manlio Vopisco, celebrata anche dal poeta Stazio, e, sull’acropoli, i templi romani tra cui quello famosissimo di Vesta.

Per la visita sono necessarie scarpe comode e un po’ di allenamento ! Si tratta di scendere attraverso dei freschi vialetti fin nel fondo della forra scavata dall’Aniene, per poi risalire fino al piano stradale.

Di tutta la produzione pittorica rinascimentale, quello che prediligo di più sono i ritratti. Rimango sempre affascinata davanti Museo di Capodimonte, Napoli.ai protagonisti delle tele, ho notato che mi soffermo di più su quei visi che davanti alle opere sacre o mitologiche. Quello che mi colpisce è vedere come alcuni pittori riescano, attraverso i colori, a rendere le pose, i gesti, le fisionomie degli effigiati, restituendo allo spettatore la loro presenza fisica, il loro carattere e la loro umanità.
Molti di questi ritratti sono di personaggi illustri, che hanno fatto la storia del nostro tempo e sono fortemente legati alla città di Roma e alle sue storie quotidiane.

Volevo ripercorrere alcune delle vicende dalla famiglia Farnese attraverso quattro bellissimi ritratti di Tiziano, da sempre considerato uno dei massimi ritrattisti dell’epoca.

 

Voglio iniziare da Ranuccio Farnese (questa foto l’ho scattata io alla National Gallery di Washington lo scorso novembre).
Questo dipinto era stato prestato alle Scuderie del Quirinale quando nel 2013 ci fu la grande mostra dedicata al maestro veneziano. Con Federica avevamo organizzato delle visite e forse qualcuno di voi se lo ricorda. Quello che è subito evidente in questo caso è che si tratta di un giovane ragazzo, un adolescente, di alto rango visto il suo abbigliamento. Indossa un farsetto rosso di fattura sartoriale con una serie di ricami su cui s’infrange la luce. Sopra l’abito è posato un elegante, e forse troppo ampio per l’esile fanciullo, robone, su cui in evidenza riconosciamo la croce di Malta. Questa ci ricorda che all’età di soli 4 anni, quando il nonno diventa papa, Ranuccio viene nominato priore di San Giovanni de’ Furlani a Venezia, chiesa gestita dai cavalieri di Malta. Tiziano esegue il ritratto per conto del vescovo di Brescia, che nel luglio del 1542 aveva accompagnato Ranuccio a Venezia allo scopo di consolidare i rapporti con il patriziato locale e soprattutto quelli con l’ordine gerosolimitano; il vescovo voleva poi farne un omaggio alla madre di Ranuccio, Gerolama Orsini. La bravura di Tiziano sta tutta nel trasportare sulla tela i caratteri del giovane; i nostri occhi si soffermano su questo volto così tenero, fragile, irrequieto, è come se il dodicenne a fatica riesca a mantenere la posa richiesta dal pittore.
Ma chi era questo fanciullo così fortunato, che a soli 12 anni, indossando l’abito dei cavalieri di Malta, viene ritratto dal grande Tiziano? Abbiamo detto che Ranuccio era il nipote di un papa, Paolo III Farnese, eletto al soglio pontificio nel 1534. Questo importante pontefice della Roma Rinascimentale l’abbiamo nominato più volte durante le nostre passeggiate. Era il cardinale Alessandro Farnese e le cronache dell’epoca ci raccontano che ricevette la sua nomina cardinalizia grazie alla bellezza avvenente della sorella, che i romani chiamavano “Giulia bella”: vi ricordate di chi era l’amante? (Di Alessandro VI Borgia). E’ il papa dell’imponente palazzo, appunto Farnese, dietro Campo dei Fiori, il più grandioso edifico dell’epoca, un palazzo che noi romani purtroppo possiamo ammirare solo dall’esterno, essendo la sede dell’ambasciata di Francia, motivo per cui ci è preclusa la visita degli appartamenti che ospitano il grande capolavoro di Annibale Carracci.
Dunque Ranuccio, che era nato nel castello di Valentano – la famiglia veniva proprio dalla zona del viterbese- era il nipote di questo papa. Lo sappiamo essere il suo nipote preferito: il nonno investì tanto sulla sua educazione, e tra i suoi precettori c’era anche il famoso Giovanni della Casa. Personaggio sincero e onesto, docile e gentile, che visse all’ombra dell’altro fratello, il cardinale Alessandro, era una perla rara all’interno di questa famiglia; inoltre sembrava impossibile che il padre fosse il ripugnante Pierluigi Farnese, figlio del papa, qui nel ritratto di Tiziano
                                         

 

                                                 Museo di Capodimonte, Napoli, 1546 ca. 

Se la zia Giulia era stata considerata la dama più bella dell’epoca, lui era piuttosto brutto. Iracondo e di indole crudele, in questo ritratto, all’età di circa 43 anni, lo vediamo che indossa l’armatura; come mercenario, infatti, era stato al servizio della Repubblica di Venezia per poi passare nelle truppe di Carlo V e senza scrupoli, al fianco dei Lanzichenecchi, che nel 1527 saccheggia Roma. Fu un uomo violento e sodomita, per tutta la vita ricorse alla prepotenza e alla cattiveria senza scrupoli, godendo sempre della protezione dell’illustre genitore. Ed è questo ciò che emerge dal suo ritratto: il volto è scavato dalla febbre malarica che aveva contratto anni prima, la barba lunga, gli occhi infossati, duri e spietati, la fronte alta e l’atteggiamento di chi è abituato a comandare. Grazie al papa fu nominato duca di Parma e Piacenza, ma era odiato dai nobili e anche il popolo non aveva simpatia per quest’uomo arrogante. L’unica persona che gli rimase sempre fedelmente al fianco fu la moglie Gerolama Orsini, che i romani chiamavano “l’Orsa”. Morì violentemente così come era vissuto, fu pugnalato a morte in una congiura nella città di Piacenza. Pensate che da un personaggio così violento e dissoluto nacquero cinque figli, tra cui Ranuccio che abbiamo già visto ritratto dai pennelli di Tiziano, e il “Gran Cardinale” come veniva chiamato il fratello, Alessandro Farnese, che prese il nome dal nonno, “Gran” per distinguerlo proprio da Ranuccio dopo che anch’egli venne nominato cardinale. I Farnese, come tanti altri, stavano gettando le basi per un secondo papato.
Anche di Alessandro Farnese abbiamo un ritratto di Tiziano,

Museo di Capodimonte, Napoli

 

Il Gran Cardinale è rappresentato a più di mezzo busto, la sua figura emerge dallo sfondo con il rosso intenso della mantella, ripreso anche dal berretto a tre punte. Ė di tre quarti verso lo spettatore, lo sguardo acuto e intelligente, denota un atteggiamento distaccato, molto diverso dall’arroganza del padre. Il viso giovane- aveva venticinque anni – è quello di un uomo bello, dal fisico snello e atletico. Diventa cardinale a soli 14 anni e nel corso della sua vita ricoprirà importanti incarichi ecclesiastici; sappiamo che era ricchissimo, possedeva numerosi palazzi e terreni. La sua ambizione, come tutti i cardinali nipoti di papi, era di salire al soglio pontificio.
Era il primogenito di Pierluigi e di Gerolama Orsini, fu un colto e raffinato umanista e accolse attorno a sé una ricca corte di eruditi e intellettuali. Nelle nostre visite abbiamo già incontrato il cardinale Farnese, quando con Federica siamo andati, con un permesso speciale, a visitare il palazzo della Cancelleria. Ė lui che ha commissionato a Giorgio Vasari la Sala dei Cento Giorni; nel 1535 viene nominato cancelliere, e tra le sue proprietà c’è anche questo splendido palazzo. Il suo nome è legato a un altro grandioso palazzo, fuori Roma, a Caprarola. (Ultimamente il palazzo è stato restaurato, prima o poi potremo organizzare una visita anche lì). In realtà la costruzione era stata iniziata da Paolo III come fortezza e l’architetto Sangallo l’aveva progettato a forma di pentagono. Il cardinale Alessandro la fa ristrutturare in una sfarzosa villa con giardino terrazzato. Il gran Cardinale morì nel palazzo della Cancelleria nel 1589 all’età di 69 anni, senza aver mai soddisfatto la sua ambizione di diventare papa. Le sue spoglie, insieme a quelle del fratello Ranuccio e del padre, si trovano in una delle chiese sulla piccola isola Bisentina nel suggestivo lago di Bolsena. Aggiungo anche che l’isola, privata, è stata per un lungo periodo chiusa al pubblico e ora sembrerebbe che i nuovi proprietari siano intenzionati a farla visitare.

 

        Ritratto di Paolo III con i nipoti, Museo di Capodimonte, Napoli.

Ė straordinario come Tiziano sia riuscito in questo ritratto di famiglia a rappresentare uno spaccato della corte pontificia, fondata su servitù e intrighi, poteri e ricatti. Al centro si vede il vecchio papa, in là con gli anni, molto diverso dall’uomo con lo sguardo fermo ritratto sempre da Tiziano pochi anni prima.                                                 Il papa è seduto al centro, la sua è una figura appesantita non solo dagli anni ma anche dalla veste foderata di pelliccia maculata, come si evince da una manica. Al suo fianco i due nipoti: il Cardinale Alessandro, in piedi, guarda fiero verso di noi, sulla destra Ottavio suo fratello. Quest’ultimo sembra appena comparso nella stanza, il pontefice si gira verso di lui, è fasciato nella calzamaglia, fa un inchino ossequioso e reverenziale, di chi è ben consapevole delle regole gerarchiche di corte a cui è costretto a sottomettersi, almeno nelle apparenze, alle quali è però pronto a ribellarsi.

Paolo III divenne pontefice all’età di 66 anni; si racconta che poco prima del conclave si facesse vedere malato per indurre il collegio cardinalizio alla sua nomina: anche gli ambasciatori pensarono che sarebbe durato molto poco, invece il suo fu un pontificato lungo, ben quindici anni.
Nato anche lui nel castello di Valentano, Ottavio, che posa insieme al nonno, era il quinto nipote, anch’egli figlio di quel famigerato Pierluigi. Sarà costretto a sposare Margherita d’Austria, figlia naturale dell’imperatore Carlo V. Le loro nozze, nel 1538, saranno celebrate nella Cappella Sistina: pensate che Margherita aveva 16 anni e Ottavio solo 14 e per lei si trattava addirittura del secondo matrimonio, in quanto a 12 anni era già andata in sposa al duca Alessandro de’ Medici, che venne poi assassinato dal cugino. Quindi Margherita così piccola si ritrova presto pure vedova. Da Alessandro de’ Medici aveva avuto in eredità il palazzo a Roma dove abitò per un certo periodo; oggi lo conosciamo bene perché è la sede del Senato della Repubblica Italiana e il nome Palazzo “Madama” viene proprio dal soprannome che i romani diedero alla fanciulla. Anche se così giovane, Margherita si era ben ambientata nella ricca corte fiorentina e questo suo secondo marito, imposto sempre da convenzioni sociali e politiche, non era all’altezza delle sue aspettative. I Farnese ai suoi occhi non splendevano come i Medici e per tutta la vita disprezzò quel marito che vedeva rozzo e goffo. Da lui ebbe due gemelli, e questo rinsaldò ancora di più almeno al momento il legame tra i Farnese e l’imperatore.

 

Per maggiori approfondimenti rimando al bel libro di Francesca Giurleo “La Famiglia Farnese. Il Ducato di Castro tra storia e leggenda (1537-1649)”, edizioni Archeoares

Colle Gianicolo

Da Piazza Trilussa si sale sul colle Gianicolo lungo via Garibaldi. Chiesa di San Pietro in Montorio che il 30 giugno 1849, venne a trovarsi a pochi metri dai luoghi dei combattimenti. Qui venivano portati i feriti. Qui fu stabilito l’ultimo quartier generale di Garibaldi. Tutto il convento venne bombardato dall’artiglieria francese, che dai bastioni conquistati teneva sotto tiro la città. Il tempietto del Bramante rimase miracolosamente indenne. Sul fianco della Chiesa si trova una lapide con una palla di cannone francese rinvenuta durante i lavori di restauro eseguiti nel 1995. Si prosegue con la visita del Mausoleo Ossario Gianicolense dedicato ai caduti per Roma Capitale i resti dei quali sono raccolti nella cripta. Nell’elenco dei caduti troviamo i nomi di tanti eroi, uomini e donne conosciuti e sconosciuti, dagli ufficiali di stato maggiore ai tamburini di 11 e 14 anni. In fondo alla cripta è la tomba di Goffredo Mameli, il poeta, aiutante di campo di Garibaldi, morto di cancrena a 21 anni. Dal 1946 l’inno di Mameli è l’inno nazionale della Repubblica Italiana. La passeggiata continua fino a Piazza Garibaldi dove svetta la statua all’eroe dei due mondi e si raggiunge per mezzogiorno il cannone