Baldassare Castiglione
In questo dipinto, conservato al Louvre, Raffaello rappresenta il dotto umanista, letterato e diplomatico che fu al servizio delle più importanti corti italiane dell’epoca. Francesco Maria della Rovere duca di Urbino, Francesco II Gonzaga di Mantova e Ludovico il Moro a Milano. Nel 1528 a Venezia viene pubblicata la sua opere maggiore ”il Cortigiano”. Questo è considerato uno dei più influenti ritratti della pittura europea, Raffello è stato infatti capace di fissare sulla tela non solo l’immagine dell’illustre letterato ma anche la sua anima interiore.
La data dell’opera era stata generalmente fissata intorno al 1514-1515 ma la critica ora è più propensa ad anticiparla al 1513, cioè quando il Castiglione si trovava a Roma per partecipare ai funerali di papa Giulio II come rappresentante del duca di Urbino. Insieme al suo signore assiste anche all’elezione e incoronazione del nuovo papa Leone X. Stilisticamente il dipinto s’inserisce nel “momento veneto” di Raffaello, cioè quando è impegnato nella stanza di Eliodoro ed è in contatto, tramite il banchiere Agostino Chigi, con Sebastiano del Piombo.
E’ facile immaginare come i due, che già si conoscevano ad Ubino, abbiano stretto in quel frangente una forte amicizia, un sodalizio umano e intellettuale, che durerà negli anni e li porterà a scrivere insieme la famosa lettera di denuncia nel 1515 a papa Leone X.
Il ritratto raffigura un uomo sereno e affabile, con eleganti abiti invernali, una giubba di velluto nero avvolta in una pelliccia da dove emerge una candida camicia plissettata. Il fondo è neutro irreale, non c’è via di fuga per l’occhio e tutto contribuisce all’isolamento della figura. In testa indossa una berretto particolare chiamato “scuffiotto” decorato con una medaglia, per coprire la sua calvizie precoce nonostante l’età, aveva nel ritratto 35 anni. Lo sguardo è il vero protagonista dell’immagine, l’attenzione si concentra sul bel viso lievemente roseo, gli occhi azzurri e penetranti affiorano dalla gamma scura dell’abbigliamento e denotano il lampo profondo dell’anima e tutta l’intelligenza e il fascino del personaggio che non ostenta la sua posizione. E’ così che lo ritrae il suo amico in una pausa di riflessione durante una loro conversazione.